Progetti - PIC

 

28-40pin UniBoard 

 


Una board dedicata alla sperimentazione.

Se si stanno sperimentando circuiti, si sta studiando una funzione o realizzando un prototipo con un embedded, si tratta di impiegare tempo ogni volta per riassemblare una stessa base.

Infatti, i microcontroller, per funzionare, richiedono una quantità minima di componenti esterni, che in genere sono sempre gli stessi.
Li possiamo suddividere in 5 blocchi:
  • condensatori di disaccoppiamento sull' alimentazione
  • componenti dell' oscillatore esterno (se usato)
  • circuito del reset (se usato)
  • connessioni di accesso agli I/O
  • connettore ICSP/ICD

 

Sarebbe comodo avere disponibile già pronto il modulo che supporta il PIC e limitarsi ad aggiungere i componenti periferici necessari per quello specifico esperimento o circuito.

 

Il progetto

Ecco l' ennesima demo board, diranno in molti.

Ed in effetti il panorama delle board disponibili per la sperimentazione sui PIC è molto ampio; perchè aggiungerne un' altra?

Le motivazioni sono ben definite:

  1. Serviva una board "essenziale", ma che avesse la possibilità di essere utilizzata con il più ampio numero di chip
  2. Essenziale vuol dire che non deve avere particolari periferiche on board.
  3. Deve essere pratica da usare e il più possibile stand alone
  4. Ovviamente deve disporre di ICSP/ICD e semplicemente interfacciabile con i tools di debug di Microchip
  5. Deve essere ragionevolmente economica

Il primo punto ha portato a sviluppare una scheda che può supportare sia i PIC in DIP 28 pin che a 40 pin: un doppio zoccolo fa si che la stessa base sia adatta tanto per gli uni che per gli altri. 
Il package DIP è quello più adatto alla sperimentazione e all' istruzione; e in effetti, per una buona quantità di applicazioni non occorre ricorrere ai 64 o 80 o 100 pin, che, essendo smd, richiederebbero o di essere saldati sul circuito stampato, impedendo l' intercambiabilità, o l' uso di adattatori che farebbero lievitare il costo. 

E, per quanto riguarda l' istruzione, l' intrecambiabilità di molti tipi di chip e la possibilità di sperimentare tanto le versioni slim che quelle full è molto utile. Inoltre, prodotti Microchip hanno l' eccellente caratteristica di essere, per quanto possibile, pin to pin compatibili e questo consente di installare sulla UniBoard tanto PIC 16F quanto PIC18 o 24

Ci si potrebbe chiedere perchè non utilizzare chip con un minor numero di pin, ma questa questione non ha senso: in fase di sperimentazione è opportuno avere disponibile il massimo delle risorse e, se poi si passa ad una produzione, sarà semplice ridurre il tutto ad un chip più piccolo. O anche ad usare lo stesso, ma in package smd.
Quindi, 28 e 40 pin, il che permette di utilizzare i noti 16F870, 873, 876, 877 e i 18F242 e tutta la famiglia 18F in questi packages.
Inoltre si potranno anche installare chip a 8 pin della baseline.

Il secondo punto, derivato dall' esperienza, dice che è piuttosto inutile avere sulla scheda base un mare di periferiche. 
Certamente non presenta alcuna difficoltà prevedere sul circuito stampato display LCD, real time clock, EEPROM seriali, tastiere e quant'altro. Alla fine si arriva a board anche molto belle, ma molto complesse (e costose) che , all' atto pratico servono si, ma limitano anche in modo spesso intollerabile. Sopratutto se le periferiche sono pre cablate in connessione a determinati pin di I/O.  
Perchè se voglio o devo utilizzare o sperimentare una periferica diversa da quella on board, la devo comunque aggiungere esternamente. Ancor peggio se devo collegare i pin in un certo modo, ma la scheda ha il suo cablaggio: sono bloccato a quella sola configurazione.
Dunque, on board solo LED, oscillatori e un potenziometro. Sufficienti per le esercitazioni di un corso di istruzione o per i primi (e non solo) esperimenti. Poi, connettori a spina per collegare ogni genere di periferica per la quale si realizzerà un semplice supporto esterno, un sistema modulare quanto più possibile aperto.

Il terzo punto ha portato alla realizzazione di un alimentatore piggy-back in modo che l' unica connessione sul tavolo sia quella tra l' USB del PC e il tools di sviluppo. Niente alimentatori da rete, quindi niente cavi nè tanto meno accoppiamenti indesiderati; un alimentatore esterno potrà essere sempre aggiunto se necessario.
E lo spazio sul desktop è minimo e non servono più di pochi decimetri quadrati.

Il quarto punto è ovvio:  una presa ICSP/ICD non deve mancare, per permettere un immediato collegamento con Pickit, Real ICE, ICD e rende disponibili sia la programmazione on board, sia, sopratutto, le funzioni di debug.

Per ultimo, nei termini di un prodotto che non si aspetta milioni di pezzi, un circuito a doppia faccia fori metallizzati non è la giusta soluzione. E, con un ragionevole studio, l' UniBoard è stata risolta con uno stampato a singola faccia che, al limite, chiunque può costruirsi in casa.

 


Ne è nata questa 28-40pin UniBoard

Si tratta di una soluzione semplice, ma non semplicistica, in grado di competere con prodotti commerciali simili, realizzabile anche in casa, senza grossa spesa, utilizzabile in qualsiasi contesto, completamente espandibile.

La descrizione e le immagini seguenti dovrebbero chiarire ogni dubbio.

 


 

 

 

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Aggiornato il 02/04/11.